La città dei papi

Anagni - Anagni, la città dei papi. E' chiamata così per due ragioni: la prima perchè fu residenza papale e la seconda perchè diede i natali a ben quattro papi, tra i quali il più famoso fu Bonifacio VIII. Anagni ha caratteristiche medievali le quali, passeggiando per le viuzze e in particolare per il centro storico, ti donano l'impressione di fare un salto indietro nel tempo.

In una piazza secondaria, a lato di quella principale, è possibile, affacciandosi, ammirare un vasto panorama e un magnifico tramonto. La piazza principale ha ben tre caratteristiche particolari: vi affaccia il lato sinistro della cattedrale; all'interno della piazza si erge una statua di Bonifacio VIII che sembra quasi controllare la piazza e infine una piccola casetta che sembra quasi essere una 'protuberanza' della cattedrale stessa. Accedendo alla cattedrale dalla piazzetta secondaria è possibile ammirare un fantastico campanile di 30 mt di altezza, in stile romanico e costruito in pietra bianca. Questo campanile possiede 5 piani caratterizzati ognuno da diversi tipi di fori: al primo piano una monofora, al secondo una bifora e al terzo, quarto e quinto delle trifore. L'interno della cattedrale è caratterizzato dalle pareti dipinte in falsa muratura; a destra vi è l'ingresso del museo della cattedrale dove si può visitare la biblioteca, la sala del tesoro e le cripte, le quali fanno parte del patrimonio UNESCO. Ad Anagni è possibile visitare anche il palazzo di Bonifacio VIII con all'interno un museo. Un'altra tappa importante ad Anagni è quella a casa Barnekow: si trova prima di arrivare al centro storico ed è stata ristrutturata da un artista svedese. Si dice che, per qualche giorno, divenne la dimora del poeta Dante Alighieri. Anagni è chiamata anche 'la città dello schiaffo': ci fu una disputa tra Bonifacio VIII e Filippo il Bello, re di Francia, in merito all'importanza del loro potere. Il re di Francia inviò un ambasciatore per ammonire il papa di quello stava facendo e in seguito avvenne questo famoso schiaffo per 'sfidare' il papa. Ancora non si sa se avvenne un vero e proprio schiaffo con il guanto in segno di 'sfida' o se si trattasse di una metafora.

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