“Oh, guarda!”
e null’altro da proferire,
dinanzi ai ciliegi in fiore
del monte Yoshino
Yasuhara Teishitsu (1610-1673)
Un’antica leggenda giapponese vuole che i ciliegi noti come Sakura siano stati piantati da un monaco del VII secolo d.C. sul monte Yoshino e che, addirittura, il monaco stesso avesse lanciato una maledizione che si sarebbe abbattuta su chiunque avesse osato abbatterli. Una protezione potente per questi alberi che, da diverse centinaia di ibridi, popolano oggi il mondo. Nel medioevo giapponese la fioritura dei ciliegi coincideva con il momento in cui si seminava il riso e dunque la festa dedicata a questi fiori era anche un simbolo e un auspicio di fertilità della terra e prosperità della vita.
Alla fioritura dei ciliegi sono dedicate anche alcune bellissime brevi poesie giapponesi, quegli haiku che in sole diciassette sillabe – in realtà si chiamano more e non sono lunghe proprio come una nostra sillaba – un esercizio di stile per racchiudere la vita e le emozioni in uno spazio verbale il più possibile essenziale.
Ancora oggi il monte Yoshino in primavera è la meta di milioni di persone che vanno a contemplare i fiori: questo significa Hanami, ‘contemplare i fiori’ e per estensione i fiori dei ciliegi Sakura, intendendo con questo contemplare la fragilità della bellezza, secondo un’abitudine tramandata dai samurai almeno dal XII secolo.
Una bellezza di cui abbiamo enormemente bisogno in questo periodo, che dobbiamo curare e proteggere perché rende migliore l’umanità: una bellezza impermanente come la vita. Che per questo deve essere onorata e celebrata nel nome dell’amicizia e della pace. Non a caso il Giappone ha donato i suoi meravigliosi Sakura in occasione di cerimonie pubbliche a molti paesi del mondo con i quali si intendeva intrattenere relazioni di pace.
Nel Giappone attuale con la fioritura dei ciliegi coincide una buona parte della vita politica, che si apre sotto l’auspicio di una dolce primavera
Anche noi, come i giapponesi, possiamo dedicare qualche ora a questa attività proprio sotto i tremila ciliegi donati dalla nazione del Giappone all’Italia nel 1959: lo volle l’allora primo ministro Nobusuke Kishi e nacque così quella che ha preso il nome di Passeggiata del Giappone sulla sponda più esterna del laghetto dell’Eur. Era un segno davvero eccezionale: l’inizio di un’era nuova e di distensione dopo le asprezze della Seconda Guerra Mondiale.
Insomma, mai fu più attuale e necessario per tutti noi dedicarci a questa attività poetica.
Porteremo dei teli azzurri, chi lo vorrà potrà portare anche una merenda e – mentre saremo sotto i ciliegi – vi racconteremo la storia del laghetto dell’Eur, parleremo degli haiku e delle storie e tradizioni legate a questo fiore, celebrando insieme un auspicio di pace.
Una conversazione davvero particolare, distesi sotto nuvole di fiori rosa a contemplare la bellezza.
INFO PRATICHE:
Sabato 6 aprile alle 10.30 su prenotazione obbligatoria ad artsharing.roma@gmail.com oppure WhatsApp 338-9409180
Appuntamento a viale Oceania all’altezza di Giolitti.
Portare un telo azzurro per stendersi sotto gli alberi e, per chi lo desidera, una merenda da consumare in compagnia.
Quota di partecipazione 10 Euro a persona incluso noleggio radio. Ospiti occasionali 12 Euro a persone.
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