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In viaggio con Livornosera: Suvereto

  • Suvereto
  • Museo Artistico della Bambola

Il settimo episodio del viaggio con Livornosera ci porta a Suvereto, dove si trova il Museo Artistico della Bambola. La collezione è stata donata dal imprenditrice Maria Mikael e le bambole raccontano la moda, il costume, l'emancipazione femminile e momenti importanti della storia italiana. Il museo conserva anche un'apre la garçon, una versione femminile del Pierrot senza lacrime, che rappresenta un nuovo modello di donna emancipata e libera. Le bambole sono state sempre una compagnia per i bambini e le bambine, e alcune esemplari fanno riflettere sulla bambola come proiezione, un alter ego, qualcuno che era vicino magari proprio anche ai bambini meno fortunati.

Viaggio a Suvereto con Livornosera

In questa settima puntata del viaggio con Livornosera, ci portiamo a Suvereto, un piccolo borgo medievale in provincia di Livorno. Qui si trova un museo molto particolare dedicato alla bambola.

Il Museo Artistico della Bambola di Suvereto

Il Museo Artistico della Bambola di Suvereto nasce da una donazione privata di Maria Mikael, imprenditrice di Mornese della bellezza. Lei aveva un istituto a Livorno ma era legatissima a questo borgo medievale toscano e decide di donare una parte della sua bellissima collezione al comune di Suvereto proprio per farne un museo e aprirlo così al pubblico.

Le Bambole e la Storia Italiana

Le bambole raccontano e parlano di moda, di costume, di emancipazione femminile e raccontano momenti importanti della storia italiana e anche le capacità tecniche della lavorazione della ceramica, della porcellana, del biscotto, della cartapesta fino ad arrivare alle bambole di cencio. Nel nostro museo, conserviamo un pezzo unico, un'apre la garçon, una versione femminile del Pierrot senza lacrime, che rappresenta un nuovo modello di donna emancipata e libera.

La Bambola come Compagnia e Proiezione

Le bambole hanno sempre costituito una compagnia per decine e decine di bambini e bambine. Spesso i regali più ambiti negli orfanotrofi sono proprio le bambole, una trasposizione dell'io, un'altra me. Qui nel nostro museo, abbiamo esemplari che ci fanno riflettere sulla bambola come proiezione, un alter ego, qualcuno che era vicino magari proprio anche ai bambini meno fortunati.