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Il viaggio a Campiglia dell'abate Pifferi nel 1831

  • Strada Aurelia
  • Maremma
  • Lago di Caltana
  • San Vincenzo
  • Campiglia
  • Carapelle
  • Populonia
  • Roma

Paolo Pifferi, un prete toscano, e Charles Howell, un pittore inglese, intraprendono un viaggio avventuroso nel 1831 lungo la nuova strada Aurelia, ancora in costruzione, che attraversa la Maremma non ancora bonificata e piena di pericoli. Durante il loro percorso, ammirano i paesaggi e le bellezze naturali del territorio, come il lago di Caltana e il mare della Toscana. Pifferi cerca antiche vestigia del passato, mentre Howell ritrae i paesaggi più pittoreschi lungo il percorso. Dopo aver visitato la torre di San Vincenzo, i due amici si rimettono in viaggio diretto a Campiglia, dove incontrano poche persone colte e descrivono la grave situazione sanitaria di Carapelle e del suo territorio. Il loro viaggio continua alla volta di Populonia, una città etrusca di cui cercano le vestigia del glorioso passato, fino a quando finalmente giungono alle porte della città eterna. Nella primavera successiva, Pifferi pubblica un resoconto del loro viaggio in un libro contenente dodici lettere scritte ad un certo signor Plesko, insieme a tredici bellissimi disegni realizzati da Howell. Il libro racconta le avventure dei due amici alla scoperta dell'Italia, delle sue bellezze naturali e delle sue città storiche.

Il viaggio romantico di Pifferi e Howell nel 1831

Paolo Pifferi, un prete toscano, e Charles Howell, un pittore inglese, intrapresero un viaggio avventuroso nel 1831 lungo la nuova strada Aurelia, ancora in costruzione, che attraversava la Maremma non ancora bonificata e piena di pericoli. I due amici erano attratti dalle idee del romanticismo, corrente filosofica e artistica che esaltava le passioni e la costante ricerca del sublime. Pifferi cercava antiche vestigia del passato, mentre Howell ritraeva i paesaggi più pittoreschi lungo il percorso.

L'incontro con la natura selvaggia

Il viaggio di Pifferi e Howell si rivelò subito meno agevole del previsto, soprattutto per via di un improvviso acquazzone che li fece smarrire la strada. Ma la pioggia presto cessò e i due amici si ritrovarono immersi in una selva fitta e spaventosa che accese i loro cuori romantici. La natura, anche quando si presenta sotto un aspetto pieno di orrore, con i suoi boschi annosi e la sua maestosità, ispira all'anima una certa malinconia che alletta e dà conforto a quelli sensibili.

La torre di San Vincenzo e la sua storia

Dopo quasi cinque ore di cammino, Pifferi e Howell giunsero alla torre di San Vincenzo, un edificio storico che attirò subito l'attenzione dell'erudito Pifferi, stimolando nella sua curiosità e fantasia. La torre, situata su una lingua di terra che sporge in mare, potrebbe essere stata una fortificazione appartenente a Vetulonia, che stava sulla vicina pianura, e che di scalo servisse alle produzioni della medesima. La torre ha intorno a sé due torrioni e sull'architrave del destro è di una pietra di marmo con latina iscrizione che ricorda la pausa circostanza in cui il granduca Leopoldo prima vi salì per osservare l'estensione di quel mare.

La fame e l'ospitalità della locanda

Dopo aver visitato la torre, Pifferi e Howell si rimisero in viaggio diretto a Campiglia, dove giunsero velocemente. La fame però li spinse a fermarsi nell'unica locanda esistente, l'osteria della torre di San Vincenzo, gestita da un locandiere logorroico. Nonostante la bettola fosse assai miserabile ed interamente schifosa, i padroni di quella incominciarono a parlare con Pifferi della campagna e volle quasi per forza metterlo al giorno del suo interesse. Dopo aver mangiato frettolosamente per sfuggire alle chiacchiere del locandiere, Pifferi e Howell si rimisero in viaggio diretto a Campiglia.

Un viaggio alla scoperta dell'Italia

Paolo Pifferi e Charles Wilson si mettono in viaggio alla scoperta dell'Italia. Durante il loro percorso, ammirano i paesaggi e le bellezze naturali del territorio, come il lago di Caltana e il mare della Toscana. Pifferi, sacerdote, è talmente colpito dalla bellezza del paesaggio da recitare alcuni versi in suo onore. Wilson, artista, non perde occasione per immortalare i panorami che si presentano ai loro occhi.

Alla scoperta di Campiglia

Pifferi e Wilson giungono a Campiglia, un paese situato sull'altura di un monte. Nonostante la bellezza del paesaggio, il paese è caratterizzato da una grande povertà e rozzezza. Qui, i due amici incontrano poche persone colte, tra cui il farmacista che descrive la grave situazione sanitaria di Carapelle e del suo territorio. Pifferi, con grande fantasia, non esita a considerare la condizione delle donne del posto una degenerazione morale dovuta alle particolari condizioni ambientali e storiche.

Il viaggio continua

Pifferi e Wilson riprendono il loro viaggio alla volta di Populonia, una città etrusca di cui cercano le vestigia del glorioso passato. Durante il loro percorso, si soffermano a visitare la Torraccia e la vicina Corre nuova, il lago di Rimigliano e il golfo di Baratti. Qui, Wilson si cimenta nel ritratto di un caratteristico scorcio. Il loro viaggio continua fino a quando finalmente giungono alle porte della città eterna.

Il resoconto del viaggio

Nella primavera successiva, Pifferi pubblica un resoconto del loro viaggio in un libro contenente dodici lettere scritte ad un certo signor Plesko, insieme a tredici bellissimi disegni realizzati da Wilson. Il libro racconta le avventure dei due amici alla scoperta dell'Italia, delle sue bellezze naturali e delle sue città storiche. Un viaggio che ha permesso loro di conoscere e apprezzare la cultura e la bellezza del nostro Paese.