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Arpino - Piccola Grande Italia

  • Piazza municipio
  • Museo dell'Arte della Lana
  • Museo della Liuteria
  • Antico lanificio Diodati
  • Bottega di Berger Cerrone
  • Pietre con poesie di famosi poeti
  • Prodotti tipici, come l'olio di Arpino
  • Balli e costumi tipici della Ciociaria
  • Sezione dedicata ai maestri liutai nella rete civica museale
  • Archeologia industriale della lana nella rete civica museale
  • Fondazione Umberto Mastroianni nella rete civica museale

Arpino è un borgo situato su due colline nella media valle del Liri, famoso per la sua storia e le leggende che la circondano. La piazza municipio è il cuore della città e testimonia la sua origine romana. Arpino è famosa per la sua tradizione artigianale della lana e della liuteria, e il Museo dell'Arte della Lana e il Museo della Liuteria raccogliono e conservano le attrezzature d'epoca provenienti dall'antico lanificio Diodati e dalla storica bottega di Berger Cerrone. Arpino è anche una città della poesia, con poesie di famosi poeti riprodotte sulla pietra, e dei prodotti tipici, come l'ottimo olio di Arpino. La città è anche nota per la sua tradizione, con balli e costumi tipici della Ciociaria. La rete civica museale annovera una sezione dedicata ai maestri liutai, all'archeologia industriale della lana e alla fondazione intitolata al grande scultore Umberto Mastroianni.

Arpino: un borgo incantevole nella media valle del Liri

Arpino è un borgo situato su due colline nella media valle del Liri. È una città d'arte, famosa per i suoi oratori, condottieri e artisti. Si può facilmente raggiungere attraverso le rotabili provinciali. Appena si entra in questa città, si respira un profumo di storia che parte da millenni. Arpino è stato municipio romano e il suo simbolo al suo armi reca l'epigrafe "In Cad Imperium", che significa "di qui all'impero".

Arpino: storia e leggenda si fondono nell'antica acropoli civitavecchia

L'origine del borgo di Arpino si perde nella notte dei tempi. Storia e leggenda si fondono nell'antica acropoli civitavecchia di Arpino. La tradizione popolare attribuisce la costruzione delle mura poligonali ai mitici ciclopi o ai pelasgi, ma con più sicurezza furono costruite fra il settimo sesto secolo avanti cristo dal popolo dei volsci. Certamente, l'arco a tutto sesto porta arcaica di ingresso dell'acropoli rievoca in maniera determinante le gallerie costitutive di Tirinto e Micene.

Arpino: Piazza Municipio, il cuore della città

Fulcro del bellissimo borgo laziale e piazza municipio che con le sue linee architettoniche armoniose ed eleganti le tinte calde e gentili delle sue facciate accoglie il visitatore per introdurlo nel cuore della città. Centro della vita sociale, culturale e religiosa cittadina, piazza municipio sorge sul sito dell'antico foro romano. L'antico basolato romano visibile nel centro della piazza testimonia la sua origine romana. Sul lato sinistro della piazza si erge il monumento in bronzo dedicato a Caio Mario. Affianco alla statua si leva la settecentesca facciata della collegiata di San Michele Arcangelo.

Arpino: musei e tradizioni artigianali

Arpino è famosa per la sua tradizione artigianale della lana e della liuteria. Il museo dell'arte della lana costituisce una testimonianza preziosa della produzione artigianale organizzata all'interno delle famiglie che ospitavano telai e arcolai tra le mura domestiche. Nel settecento, questa attività assunse carattere industriale, proiettando Arpino tra i principali centri di produzione di tessuti in lana a livello italiano ed europeo. Il museo della liuteria raccoglie e espone i prodotti finiti e le fasi di lavorazione seguite nella storica bottega di Berger Cerrone.

Arpino, città d'arte e cultura

Arpino è una città che si distingue per la sua importanza storica e culturale. Fin dall'epoca romana, è stata un centro laniero di grande rilevanza, con una diffusa produzione artigianale organizzata all'interno delle famiglie. Nel Settecento, questa attività assunse un carattere industriale, proiettando Arpino tra i principali centri di produzione di tessuti in lana a livello italiano ed europeo. Oggi, il Museo dell'Arte della Lana rappresenta una testimonianza preziosa di questa vicenda industriale, conservando ed esponendo le attrezzature d'epoca provenienti dall'antico lanificio Diodati.

Arpino, città della poesia

Arpino è anche una città che coniuga il fascino antico del borgo con la poesia contemporanea. Infatti, sulla pietra sono state riprodotte poesie di famosi poeti di caratura internazionale, ospiti della città, che hanno dedicato i loro versi ad Arpino. Emblematica della città è la bellissima Fontana dell'Aquila della seconda metà del XVII secolo, un maestoso monumento tutto in pietra che raffigura due torri sormontate da un'aquila, lo stemma della città.

Arpino, città dei prodotti tipici

L'enogastronomia è uno dei punti cardine di Arpino. I prodotti del territorio rendono i piatti succulenti, in primis l'ottimo olio di Arpino. Per far conoscere e apprezzare la bontà dei prodotti tipici e far da volano all'economia del territorio, l'amministrazione comunale ha organizzato una degustazione in piazza Municipio. L'agricoltura è il cardine dell'iniziativa agricola, con l'associazione all'imitatore interna di Cicerone come cardine, che coinvolge non solo il prodotto dell'olio, ma anche il formaggio, il fagiolo e tutte quelle piccole realtà che oggi potrebbero ridare forza al mercato.

Arpino, città della tradizione

Le succulente pietanze sono solo una tappa del viaggio alla riscoperta della tradizione di Arpino. I balli e costumi tipici della Ciociaria lo completano, con le cioce calzature tipiche, gli abiti e la cannata recipiente usato dalle donne per trasportare acqua. È un popolo che riappropriandosi delle sue radici guarda al futuro. Tre buoni motivi per venire a visitare Arpino sono: il territorio artisticamente e culturalmente ricco, la gamma di prodotti offerti dall'enogastronomia e la rete civica museale che annovera una sezione dedicata ai maestri liutai, all'archeologia industriale della lana e alla fondazione intitolata al grande scultore Umberto Mastroianni.